ID:
55031
Tipo Insegnamento:
Obbligatorio
Durata (ore):
50
CFU:
5
SSD:
TECNICA E PIANIFICAZIONE URBANISTICA
Url:
ARCHITETTURA/PERCORSO COMUNE Anno: 4
Anno:
2024
Dati Generali
Periodo di attività
Primo Semestre (20/09/2024 - 20/12/2024)
Syllabus
Obiettivi Formativi
Obiettivi formativi
I corsi di Organizzazione e Pianificazione del Territorio e di Geografia Urbana e Terrritoriale saranno svolti in maniera unitaria, seguendo un unico filo conduttore e perseguendo molteplici obiettivi con il fine di permettere a studentesse e studenti:
- di affrontare teoricamente e metodologicamente la scala territoriale e di area vasta sia nella dimensione della lettura del territorio, sia in quella progettuale;
- di essere stimolati da contributi multidisciplinari, ciascuno dotato di proprie ottiche visive, categorie analitico-interpretative e specifiche cassette degli attrezzi tecnico-tecnologiche, nella conoscenza geografica, ambientale, territoriale e sociale dello spazio antropizzato e nella conseguente capacità di intervento progettuale;
- di affrontare sia il momento della lettura, e quello conseguente dell’analisi dello spazio antropizzato a scala territoriale, sia il momento della trasformazione di quest’ultimo attraverso i paradigmi teorici e i processi materiali dell’adattamento (alla) e della mitigazione della crisi climatica che influenzerà tutte le forme di vita sul Pianeta per i prossimi due secoli;
- di declinare il principio “pensa globalmente, agisci localmente” rispetto alle relazioni antropologiche, culturali, geografiche, spaziali, funzionali, economiche tra regioni, territori, insediamenti urbani e comunità locali;
- di comprendere il significato del concetto di governance e il suo funzionamento (o fallimento) nei rapporti tra enti sovranazionali (Unione Europea, Organizzazione delle Nazioni Unite, OCSE, UNESCO, ecc.), Stati e governi nazionali o regionali e amministrazioni locali;
- di comprendere il significato, più recente, di co-progettazione e co-design, con particolare riferimento alle pratiche di partecipazione e di auto-determinazione degli abitanti e delle comunità;
- di sviluppare conoscenze di base sui Sistemi Informativi Geografici (GIS) utili per gli architetti;
- di, infine, proporre visioni, strategie e progetti per un ‘futuro regionale DESIDERABILE’, finalità che rappresenta un obiettivo molto diverso da quelli perseguiti dalle attuali pratiche di pianificazione urbana e regionale, storicamente regolate da leggi e regolamenti che sono, a loro volta, il prodotto di modelli di crescita economica, di consumo delle risorse e di pratiche di uso e abuso dello spazio incapaci di affrontare la sfida della crisi climatica, avendola essi stessi generata.
Conoscenza
I corsi di Organizzazione e Pianificazione Regionale e di Geografia Urbana e Regionale forniscono elementi di base per conoscenze multidisciplinari di geografia, scienze dell’ambiente, lettura del paesaggio, sviluppo sociale ed economico locale, scienze sociali, pianificazione, letteratura e arti visive utili, oggi come ieri, alla formazione dell’architetto e al suo futuro ingresso nel mercato del lavoro sia come libero professionista, sia come funzionario pubblico (Comuni, amministrazioni regionali, enti di gestione del territorio come consorzi di bonifica, comunità montane, agenzia regionale per la tutela dell'ambiente, ecc.).
Competenze
I due corsi forniranno, attraverso lezioni, seminari e un’esercitazione sperimentale, una specifica competenza al lavoro multidisciplinare collettivo, introducendo gli studenti di Architettura a temi e strumenti assenti nella loro formazione fino al IV anno.
L’esercitazione intende anche fornire una competenza di base per la comprensione dei Geographic Information Systems (GIS) o Sistemi Informativi Territoriali (SIT) nella raccolta dei dati per la gestione del territorio. Infine, i due corsi saranno anche l’occasione per sperimentare un utilizzo orientato e utilitaristico dell'IA. Quest'ultimo esperimento didattico verrà discusso e realizzato attraverso un dibattito pubblico tra alcuni docenti e l'intero gruppo di studenti.
I corsi di Organizzazione e Pianificazione del Territorio e di Geografia Urbana e Terrritoriale saranno svolti in maniera unitaria, seguendo un unico filo conduttore e perseguendo molteplici obiettivi con il fine di permettere a studentesse e studenti:
- di affrontare teoricamente e metodologicamente la scala territoriale e di area vasta sia nella dimensione della lettura del territorio, sia in quella progettuale;
- di essere stimolati da contributi multidisciplinari, ciascuno dotato di proprie ottiche visive, categorie analitico-interpretative e specifiche cassette degli attrezzi tecnico-tecnologiche, nella conoscenza geografica, ambientale, territoriale e sociale dello spazio antropizzato e nella conseguente capacità di intervento progettuale;
- di affrontare sia il momento della lettura, e quello conseguente dell’analisi dello spazio antropizzato a scala territoriale, sia il momento della trasformazione di quest’ultimo attraverso i paradigmi teorici e i processi materiali dell’adattamento (alla) e della mitigazione della crisi climatica che influenzerà tutte le forme di vita sul Pianeta per i prossimi due secoli;
- di declinare il principio “pensa globalmente, agisci localmente” rispetto alle relazioni antropologiche, culturali, geografiche, spaziali, funzionali, economiche tra regioni, territori, insediamenti urbani e comunità locali;
- di comprendere il significato del concetto di governance e il suo funzionamento (o fallimento) nei rapporti tra enti sovranazionali (Unione Europea, Organizzazione delle Nazioni Unite, OCSE, UNESCO, ecc.), Stati e governi nazionali o regionali e amministrazioni locali;
- di comprendere il significato, più recente, di co-progettazione e co-design, con particolare riferimento alle pratiche di partecipazione e di auto-determinazione degli abitanti e delle comunità;
- di sviluppare conoscenze di base sui Sistemi Informativi Geografici (GIS) utili per gli architetti;
- di, infine, proporre visioni, strategie e progetti per un ‘futuro regionale DESIDERABILE’, finalità che rappresenta un obiettivo molto diverso da quelli perseguiti dalle attuali pratiche di pianificazione urbana e regionale, storicamente regolate da leggi e regolamenti che sono, a loro volta, il prodotto di modelli di crescita economica, di consumo delle risorse e di pratiche di uso e abuso dello spazio incapaci di affrontare la sfida della crisi climatica, avendola essi stessi generata.
Conoscenza
I corsi di Organizzazione e Pianificazione Regionale e di Geografia Urbana e Regionale forniscono elementi di base per conoscenze multidisciplinari di geografia, scienze dell’ambiente, lettura del paesaggio, sviluppo sociale ed economico locale, scienze sociali, pianificazione, letteratura e arti visive utili, oggi come ieri, alla formazione dell’architetto e al suo futuro ingresso nel mercato del lavoro sia come libero professionista, sia come funzionario pubblico (Comuni, amministrazioni regionali, enti di gestione del territorio come consorzi di bonifica, comunità montane, agenzia regionale per la tutela dell'ambiente, ecc.).
Competenze
I due corsi forniranno, attraverso lezioni, seminari e un’esercitazione sperimentale, una specifica competenza al lavoro multidisciplinare collettivo, introducendo gli studenti di Architettura a temi e strumenti assenti nella loro formazione fino al IV anno.
L’esercitazione intende anche fornire una competenza di base per la comprensione dei Geographic Information Systems (GIS) o Sistemi Informativi Territoriali (SIT) nella raccolta dei dati per la gestione del territorio. Infine, i due corsi saranno anche l’occasione per sperimentare un utilizzo orientato e utilitaristico dell'IA. Quest'ultimo esperimento didattico verrà discusso e realizzato attraverso un dibattito pubblico tra alcuni docenti e l'intero gruppo di studenti.
Prerequisiti
Prerequisiti
I corsi di Organizzazione e Pianificazione del Territorio e di Geografia Urbana e Territoriale sono rivolti agli iscritti al 4° anno del corso di laurea magistrale in Architettura nei rispetti delle propedeuticità previste dal piano di studi.
I corsi di Organizzazione e Pianificazione del Territorio e di Geografia Urbana e Territoriale sono rivolti agli iscritti al 4° anno del corso di laurea magistrale in Architettura nei rispetti delle propedeuticità previste dal piano di studi.
Metodi didattici
Metodi didattici
I corsi di Organizzazione e Pianificazione del Territorio e di Geografia Urbana e Terrritoriale inizieranno il 2 ottobre e proporranno un metodo didattico innovativo e sperimentale, facendo lavorare tutti gli studenti partecipanti su un unico grande progetto collettivo di lettura e progetto del territorio simulando un workshop lungo un semestre.
Gli studenti saranno organizzati in circa 25/27 gruppi composti di 5 membri (eccezioni sempre possibili, ma non meno di 4 o più di 6).
Gli studenti sono invitati a scegliere fra le seguenti funzioni/tematismi e formare i gruppi entro il 3 ottobre:
- 1 Gruppo Project manager, coordinamento generale, aspetti giuridici e finanziari
- 1 Gruppo Intelligenza Artificiale (con le risorse del docente si sottoscriveranno abbonamenti) Statistica e indagini socio-economiche
- 2 Gruppi SIT/GIS, banche dati e ipertesti
- 4 Gruppi Mappatura del patrimonio culturale e architettonico
- 4 Gruppi Mappatura degli ambiti urbani
- 4 Gruppi Mappatura delle aree produttive urbane e rurali, attive e dismesse
- 4 Gruppi Mappatura Aree Protette e di riequilibrio ecologico, MAB Unesco, Corridoi ecologici
- 1 Gruppo Infrastrutture e Mobilità
- 1 Gruppo Cultura intangibile, Storia, Tradizioni, Arti visive
- 1 Gruppo Enogastronomia e produzioni agricole a marchio
- 1 Gruppo Layout, grafica generale, soluzioni grafiche per i diversi tematismi, rendering
- 1 Gruppo Social media, Comunicazione, Riprese foto/video e post produzione
La specializzazione delle competenze è pericolosa e dannosa, ma in un corso/workshop di questo tipo, con le mete che sono state definite, è necessaria per la sua efficacia. Come contromisura per evitare che studentesse e studenti apprendano e possiedano solamente una parte dell’intero processo ideativo e creativo, durante il corso/workshop saranno organizzate delle sessioni di condivisione collettiva del lavoro da parte di ciascun gruppo.
Il corso/workshop si sviluppa nell’arco di 12 settimane (inizio 2 ottobre, termine 18-19 dicembre 2024), con un primo momento introduttivo e organizzativo (2-3/10), seguito da lezioni o seminari multidisciplinari e revisioni collettive a cadenza quindicinale.
Dal 20 novembre al 18 dicembre si procederà esclusivamente con revisioni collettive e finalizzazione del progetto territoriale. Il 19 dicembre si conclude il corso.
Saranno indicate due date d’esame per la sessione invernale (gennaio-febbraio 2025) ma si invitano tutti i/le partecipanti a programmare l’esame finale per la sessione di febbraio 2025, così da permettere a ciascun gruppo di finalizzare al meglio il proprio lavoro.
Alla realizzazione dei corsi di Organizzazione e Pianificazione del Territorio e di Geografia Urbana e Terrritoriale organizzati come un corso/workshop daranno, fra gli altri, il proprio importante contributo:
Prof.sa Francesca Leder, Università di Ferrara
Prof. Denis Maragno, Università IUAV di Venezia
Prof.sa Cristiana Mattioli, Politecnico di Milano
I corsi di Organizzazione e Pianificazione del Territorio e di Geografia Urbana e Terrritoriale inizieranno il 2 ottobre e proporranno un metodo didattico innovativo e sperimentale, facendo lavorare tutti gli studenti partecipanti su un unico grande progetto collettivo di lettura e progetto del territorio simulando un workshop lungo un semestre.
Gli studenti saranno organizzati in circa 25/27 gruppi composti di 5 membri (eccezioni sempre possibili, ma non meno di 4 o più di 6).
Gli studenti sono invitati a scegliere fra le seguenti funzioni/tematismi e formare i gruppi entro il 3 ottobre:
- 1 Gruppo Project manager, coordinamento generale, aspetti giuridici e finanziari
- 1 Gruppo Intelligenza Artificiale (con le risorse del docente si sottoscriveranno abbonamenti) Statistica e indagini socio-economiche
- 2 Gruppi SIT/GIS, banche dati e ipertesti
- 4 Gruppi Mappatura del patrimonio culturale e architettonico
- 4 Gruppi Mappatura degli ambiti urbani
- 4 Gruppi Mappatura delle aree produttive urbane e rurali, attive e dismesse
- 4 Gruppi Mappatura Aree Protette e di riequilibrio ecologico, MAB Unesco, Corridoi ecologici
- 1 Gruppo Infrastrutture e Mobilità
- 1 Gruppo Cultura intangibile, Storia, Tradizioni, Arti visive
- 1 Gruppo Enogastronomia e produzioni agricole a marchio
- 1 Gruppo Layout, grafica generale, soluzioni grafiche per i diversi tematismi, rendering
- 1 Gruppo Social media, Comunicazione, Riprese foto/video e post produzione
La specializzazione delle competenze è pericolosa e dannosa, ma in un corso/workshop di questo tipo, con le mete che sono state definite, è necessaria per la sua efficacia. Come contromisura per evitare che studentesse e studenti apprendano e possiedano solamente una parte dell’intero processo ideativo e creativo, durante il corso/workshop saranno organizzate delle sessioni di condivisione collettiva del lavoro da parte di ciascun gruppo.
Il corso/workshop si sviluppa nell’arco di 12 settimane (inizio 2 ottobre, termine 18-19 dicembre 2024), con un primo momento introduttivo e organizzativo (2-3/10), seguito da lezioni o seminari multidisciplinari e revisioni collettive a cadenza quindicinale.
Dal 20 novembre al 18 dicembre si procederà esclusivamente con revisioni collettive e finalizzazione del progetto territoriale. Il 19 dicembre si conclude il corso.
Saranno indicate due date d’esame per la sessione invernale (gennaio-febbraio 2025) ma si invitano tutti i/le partecipanti a programmare l’esame finale per la sessione di febbraio 2025, così da permettere a ciascun gruppo di finalizzare al meglio il proprio lavoro.
Alla realizzazione dei corsi di Organizzazione e Pianificazione del Territorio e di Geografia Urbana e Terrritoriale organizzati come un corso/workshop daranno, fra gli altri, il proprio importante contributo:
Prof.sa Francesca Leder, Università di Ferrara
Prof. Denis Maragno, Università IUAV di Venezia
Prof.sa Cristiana Mattioli, Politecnico di Milano
Verifica Apprendimento
Metodi di verifica dell’apprendimento
La verifica dell’apprendimento avviene sia durante lo svolgimento del corso/workshop trattandosi di un work in progress, sia con l’esposizione finale del lavoro collettivo.
La verifica dell’apprendimento avviene sia durante lo svolgimento del corso/workshop trattandosi di un work in progress, sia con l’esposizione finale del lavoro collettivo.
Testi
Testi di riferimento
Celati G., Verso la foce, Feltrinelli, Milano, 1989 (prima edizione)
Strand P., Zavattini C., Un paese, Einaudi, Torino, 1955 (prima edizione)
Brondi V., Zamboni M., Anime galleggianti. Dalla pianura al mare tagliando per i campi, Feltrinelli, Milano, 2016.
Regione Emilia-Romagna, Documento di sintesi della Strategia di mitigazione e adattamento per i cambiamenti climatici, 2018.
https://naturadipianura.it/luoghi/
Altri testi verranno illustrati e indicati durante il corso.
Celati G., Verso la foce, Feltrinelli, Milano, 1989 (prima edizione)
Strand P., Zavattini C., Un paese, Einaudi, Torino, 1955 (prima edizione)
Brondi V., Zamboni M., Anime galleggianti. Dalla pianura al mare tagliando per i campi, Feltrinelli, Milano, 2016.
Regione Emilia-Romagna, Documento di sintesi della Strategia di mitigazione e adattamento per i cambiamenti climatici, 2018.
https://naturadipianura.it/luoghi/
Altri testi verranno illustrati e indicati durante il corso.
Contenuti
Contenuti del corso
I corsi di Organizzazione e Pianificazione Territoriale e di Geografia Urbana e Territoriale dell'anno accademico 2024-2025 inquadrano il loro sviluppo all'interno di un rilevante progetto di ricerca, dal titolo “L’Italia di Mezzo”, promosso e organizzato dal Polo G.E. Fondazione. Ghirardi Onlus (Piazzola sul Brenta, PD) e Fondazione GRINS (Bologna), in collaborazione con il DAStU del Politecnico di Milano, che ha coinvolto studiosi di tematiche territoriali delle università di Padova, IUAV di Venezia, Udine, Trieste e, dal 2024 , da Ferrara.
Gli obiettivi culturali e scientifici della ricerca sull’Italia di Mezzo sono l’osservazione, lo studio e la proposta progettuale per territori che, negli ultimi tre o quattro decenni, sono stati trascurati dagli studiosi (geografi, urbanisti, sociologi, antropologi, economisti, ecc.). ) a favore di sistemi territoriali e urbani socialmente, economicamente, infrastrutturalmente più rilevanti (e con un maggiore impatto ambientale):
- le aree metropolitane,
- le città di medie dimensioni, caratterizzate dalla massiccia presenza di piccole e medie imprese (i famosi distretti industriali italiani);
- la cosi detta ‘città diffusa’, uno dei paradigmi interpretativi più rilevanti degli ultimi 30 anni sul fenomeno territoriale italiano, successivamente definita anche come ‘città dispersa’ (malgrado notevoli differenze interpretative), che si è andata formando in specifici contesti territoriali (Lombardia, Triveneto, Emilia-Romagna, Toscana e Marche) a partire dagli anni '70 attorno:
o alle grandi città italiane,
o ad alcune città medie e ad alcuni capoluoghi di regione (es. Perugia),
o nei territori rurali che ancora dividevano le città medie “di successo” (Varese, Treviso, Modena e Reggio Emilia, ecc.)
o o lungo assi di trasporto fondamentali, come la Via Emilia o Milano -Brescia-Verona-Vicenza-Padova-Venezia e Firenze-Prato-Pistoia-Lucca-Pisa.
La trascurata “Italia di Mezzo”, da non confondere con il modello concettuale, interpretativo e progettuale delle “Aree Interne” – anche se talvolta vi è una parziale sovrapposizione geografico-spaziale – è oggi caratterizzata da città di piccole o piccolissime dimensioni, spesso dotate di un passato esorbitante tanto rispetto alle scarse possibilità attuali, quanto alla debolezza di potenziale. Scarsità di possibilità e debolezza di potenziale che vengono percepiti come caratteri inesorabili e difficilmente invertibili fino a quando l'osservatore rimanga ostinatamente ancorato al modello competitivo neoliberista che premia la crescita, il continuo consumo di risorse (in primis quella territoriale, ambientale e paesaggistica) e la concentrazione di risorse, attrezzature, imprese e abitanti nei poli di maggiore forza attrattiva.
Questa “Italia di Mezzo” è popolata di piccole città, talune contraddistinte da un grande passato, come Ferrara, Mantova, Urbino, Siena, Arezzo, Ascoli Piceno, altre storicamente marginali, come Pordenone, Rovigo, Grosseto, Frosinone, Cassino, Terni, Macerata e Camerino; talune situate in prossimità di importanti nodi infrastrutturali (Ferrara, Rovigo, Mantova, Arezzo), altre da sempre escluse dai principali assi trasportistici nazionali (Siena, Frosinone, Terni, Urbino, Macerata e Camerino).
Città piccole o piccolissime (Ferrara 129.564 abitanti, Terni 111.455, Arezzo 99.386, Siena 53.772, Pordenone 53.344, Rovigo 51.625, Mantova 49.360, Frosinone 43.454, Macerata 42.209, Urbino 13.800, Camerino 7.007) che, da decenni, subiscono processi di denatalità e pesante declino demografico, di deindustrializzazione, di perdita di ruolo, di servizi e di attrezzature pubbliche e private di primaria importanza, come per esempio le banche locali. Città mantenute in vita essenzialmente dal settore pubblico (istruzione, sanità, giustizia, comuni e aziende municipalizzate, ecc.), da università di medie o piccole dimensioni e, spesso, da un turismo culturale attratto da un patrimonio artistico, paesaggistico ed enogastronomico facilmente accessibile, perfettamente conservato e ancora esterno ai grandi flussi del cosi detto “overtourism” globale.
Città in declino, insieme ai loro territori agricoli punteggiati da minuscoli centri urbani e villaggi rurali non ancora (e forse mai più) saturati dall’urbanizzazione diffusa e dalla sua antologia spaziale/funzionale di centri commerciali, capannoni produttivi, piattaforme logistiche, lottizzazioni residenziali. In alcuni di questi territori rurali l'economia locale è caratterizzata da un settore agricolo solo in parte orientato alla sostenibilità, alla circolarità, alle produzioni biologiche e ai marchi di eccellenza (IGP, DOP, ecc.), mentre la maggioranza degli operatori resta ostinatamente ancorata alle politiche e alle pratiche estremamente dannose dell’agroindustria contemporanea:
- allevamento intensivo, ad altissimo impatto ambientale, di bovini, suini, pollame;
- produzione di cereali per la produzione di carne, tra cui il mais, una delle colture più insostenibili rispetto alla crisi climatica e alle siccità ricorrenti;
- produzione di soia e sorgo con doppio raccolto stagionale, favorito dal riscaldamento globale, ecc..
Per l’a.a. 2024-2025 i corsi di Organizzazione e Pianificazione del Territorio e di Geografia Urbana e Terrritoriale affronteranno i temi della pianificazione e della gestione orientata alla conversione ecologica del territorio nella porzione di questa Italia di Mezzo, che si può grosso modo definire come il Grande Delta del Po, dall’Oltrepo Mantovano e dalla Bassa Reggiana al Polesine Rodigino fino a Porto Tolle passando per il Basso Ferrarese, da Stellata di Bondeno fino a Goro e Comacchio.
Il territorio sarà percorso, letto, indagato, rilevato, rappresentato e progettato a partire dalla sua conformazione geologica, geografica, storica e idraulica fino ad arrivare alle grandi trasformazioni sociali, economiche e politiche occorse dalla fine del XIX secolo ad oggi, attraverso le diverse fasi della bonifica o in seguito alla costruzione dei grandi poli produttivi petrolchimici e termoelettrici, dagli anni ’50 del ‘900 in avanti.
I piccoli centri abitati rivieraschi lungo il fiume Po verranno analizzati nella loro consistenza urbana, individuando gli ambiti di declino e abbandono, sia residenziale, sia produttivo; particolare attenzione sarà rivolta alla conoscenza della consistenza e dello stato di conservazione dei patrimoni storico-architettonici, monumentali, minori e rurali; verranno mappati e indagati gli elementi di pregio del paesaggio rurale e le aree protette regionali e SIC/ZPS (Siti di Interesse Comunitario e Zone Protezione Speciale della Rete Natura 2000), assegnando particolare rilevanza ai perimetri delle aree MAB (Man and the Biosphere) UNESCO (MAB del Delta del Po e MAB Po Grande).
Per i Comuni compresi in questo spazio geografico interregionale saranno raccolti e sistematizzati:
- i valori statistici relativi alla popolazione (demografia e struttura);
- la consistenza economica e la diversificazione produttiva (n. di imprese; n. di addetti; settori: agricoltura e allevamento, industria, artigianato, poli commerciali, turismo, ecc.);
- la qualità e consistenza dei servizi pubblici (istruzione, sanità, trasporto locale, ecc.);
- la qualità e consistenza del settore turistico (arrivi, presenze, attività e strutture ricettive e di ristorazione, diversificazione dell’offerta: turismo naturalistico, turismi lenti, cicloturismo, ippovie, cammini, turismo fluviale, turismo balneare, ecc.);
- la qualità e consistenza della dimensione culturale, storica, antropologica, artistica (miti, leggende, signorie medioevali, rinascimentali e personalità storico-politiche di rilievo, scrittori, poeti, artisti, fotografi, registi, musicisti, ecc.);
- la qualità e consistenza delle produzioni enogastronomiche distintive (prodotti a marchio IGP, IGT, DOP, DOC e DOCG Presidi SlowFood).
-
Il risultato di questa lettura, orizzontale nello spazio, verticale nelle vicende storico-culturali-socio-economiche e diagonale negli incroci multidisciplinari, permetterà di costruire e sviluppare – come esercitazione pratica – un GIS o SIT semplificato (da architetti e non da pianificatori), delle mappe interattive, dei supporti digitali audio e video e degli ipertesti dai quali trarre indicazioni progettuali orientate a proporre:
- politiche di riuso degli edifici e delle aree abbandonate (seguendo i dettami della R-Strategy) e con l’obiettivo di perseguire il consumo di suolo zero;
- la costituzione e l’incremento dei corridoi ecologici (siepi di pianura, aree umide da proteggere e da ripristinare parzialmente laddove bonificate in passato) anche come ampliamento, collegamento e irradiazione ecosistemica dei due grandi siti MAB Unesco;
- la valorizzazione dei paesaggi di pianura, fluviali, deltizi e di costa ancora integri, anche attraverso il ‘riannodo’ territoriale delle infrastrutture per la mobilità dolce e i turismi lenti;
- la mappa della dimensione storico-culturale, antropologica ed enogastronomica del Grande Delta del Po;
- la narrazione (scritta, audio, video) di un racconto territoriale inedito.
L’esercitazione, grazie al supporto di esperti in materia finanziaria e giuridica, prevederà anche: l’indicazione di massima di quali finanziamenti europei e nazionali attivare per reperire le risorse necessarie alla conversione ecologica dei territori; quali capitoli del bilancio dello Stato andare a riformare per reperire ulteriori risorse (per es., i sussidi statali alle fonti fossili, quasi 18,8 miliardi di Euro all’anno; quali Programmi UE attivare: Life, Horizon, Green Deal, Innovation Fund; finanziamenti PAC/UE: 386 miliardi per il periodo 2021-2027, ecc.), con il fine di proporre un ideale e desiderabile riequilibrio territoriale fra antropizzazione e dimensione naturale degli ecosistemi locali.
I corsi di Organizzazione e Pianificazione Territoriale e di Geografia Urbana e Territoriale dell'anno accademico 2024-2025 inquadrano il loro sviluppo all'interno di un rilevante progetto di ricerca, dal titolo “L’Italia di Mezzo”, promosso e organizzato dal Polo G.E. Fondazione. Ghirardi Onlus (Piazzola sul Brenta, PD) e Fondazione GRINS (Bologna), in collaborazione con il DAStU del Politecnico di Milano, che ha coinvolto studiosi di tematiche territoriali delle università di Padova, IUAV di Venezia, Udine, Trieste e, dal 2024 , da Ferrara.
Gli obiettivi culturali e scientifici della ricerca sull’Italia di Mezzo sono l’osservazione, lo studio e la proposta progettuale per territori che, negli ultimi tre o quattro decenni, sono stati trascurati dagli studiosi (geografi, urbanisti, sociologi, antropologi, economisti, ecc.). ) a favore di sistemi territoriali e urbani socialmente, economicamente, infrastrutturalmente più rilevanti (e con un maggiore impatto ambientale):
- le aree metropolitane,
- le città di medie dimensioni, caratterizzate dalla massiccia presenza di piccole e medie imprese (i famosi distretti industriali italiani);
- la cosi detta ‘città diffusa’, uno dei paradigmi interpretativi più rilevanti degli ultimi 30 anni sul fenomeno territoriale italiano, successivamente definita anche come ‘città dispersa’ (malgrado notevoli differenze interpretative), che si è andata formando in specifici contesti territoriali (Lombardia, Triveneto, Emilia-Romagna, Toscana e Marche) a partire dagli anni '70 attorno:
o alle grandi città italiane,
o ad alcune città medie e ad alcuni capoluoghi di regione (es. Perugia),
o nei territori rurali che ancora dividevano le città medie “di successo” (Varese, Treviso, Modena e Reggio Emilia, ecc.)
o o lungo assi di trasporto fondamentali, come la Via Emilia o Milano -Brescia-Verona-Vicenza-Padova-Venezia e Firenze-Prato-Pistoia-Lucca-Pisa.
La trascurata “Italia di Mezzo”, da non confondere con il modello concettuale, interpretativo e progettuale delle “Aree Interne” – anche se talvolta vi è una parziale sovrapposizione geografico-spaziale – è oggi caratterizzata da città di piccole o piccolissime dimensioni, spesso dotate di un passato esorbitante tanto rispetto alle scarse possibilità attuali, quanto alla debolezza di potenziale. Scarsità di possibilità e debolezza di potenziale che vengono percepiti come caratteri inesorabili e difficilmente invertibili fino a quando l'osservatore rimanga ostinatamente ancorato al modello competitivo neoliberista che premia la crescita, il continuo consumo di risorse (in primis quella territoriale, ambientale e paesaggistica) e la concentrazione di risorse, attrezzature, imprese e abitanti nei poli di maggiore forza attrattiva.
Questa “Italia di Mezzo” è popolata di piccole città, talune contraddistinte da un grande passato, come Ferrara, Mantova, Urbino, Siena, Arezzo, Ascoli Piceno, altre storicamente marginali, come Pordenone, Rovigo, Grosseto, Frosinone, Cassino, Terni, Macerata e Camerino; talune situate in prossimità di importanti nodi infrastrutturali (Ferrara, Rovigo, Mantova, Arezzo), altre da sempre escluse dai principali assi trasportistici nazionali (Siena, Frosinone, Terni, Urbino, Macerata e Camerino).
Città piccole o piccolissime (Ferrara 129.564 abitanti, Terni 111.455, Arezzo 99.386, Siena 53.772, Pordenone 53.344, Rovigo 51.625, Mantova 49.360, Frosinone 43.454, Macerata 42.209, Urbino 13.800, Camerino 7.007) che, da decenni, subiscono processi di denatalità e pesante declino demografico, di deindustrializzazione, di perdita di ruolo, di servizi e di attrezzature pubbliche e private di primaria importanza, come per esempio le banche locali. Città mantenute in vita essenzialmente dal settore pubblico (istruzione, sanità, giustizia, comuni e aziende municipalizzate, ecc.), da università di medie o piccole dimensioni e, spesso, da un turismo culturale attratto da un patrimonio artistico, paesaggistico ed enogastronomico facilmente accessibile, perfettamente conservato e ancora esterno ai grandi flussi del cosi detto “overtourism” globale.
Città in declino, insieme ai loro territori agricoli punteggiati da minuscoli centri urbani e villaggi rurali non ancora (e forse mai più) saturati dall’urbanizzazione diffusa e dalla sua antologia spaziale/funzionale di centri commerciali, capannoni produttivi, piattaforme logistiche, lottizzazioni residenziali. In alcuni di questi territori rurali l'economia locale è caratterizzata da un settore agricolo solo in parte orientato alla sostenibilità, alla circolarità, alle produzioni biologiche e ai marchi di eccellenza (IGP, DOP, ecc.), mentre la maggioranza degli operatori resta ostinatamente ancorata alle politiche e alle pratiche estremamente dannose dell’agroindustria contemporanea:
- allevamento intensivo, ad altissimo impatto ambientale, di bovini, suini, pollame;
- produzione di cereali per la produzione di carne, tra cui il mais, una delle colture più insostenibili rispetto alla crisi climatica e alle siccità ricorrenti;
- produzione di soia e sorgo con doppio raccolto stagionale, favorito dal riscaldamento globale, ecc..
Per l’a.a. 2024-2025 i corsi di Organizzazione e Pianificazione del Territorio e di Geografia Urbana e Terrritoriale affronteranno i temi della pianificazione e della gestione orientata alla conversione ecologica del territorio nella porzione di questa Italia di Mezzo, che si può grosso modo definire come il Grande Delta del Po, dall’Oltrepo Mantovano e dalla Bassa Reggiana al Polesine Rodigino fino a Porto Tolle passando per il Basso Ferrarese, da Stellata di Bondeno fino a Goro e Comacchio.
Il territorio sarà percorso, letto, indagato, rilevato, rappresentato e progettato a partire dalla sua conformazione geologica, geografica, storica e idraulica fino ad arrivare alle grandi trasformazioni sociali, economiche e politiche occorse dalla fine del XIX secolo ad oggi, attraverso le diverse fasi della bonifica o in seguito alla costruzione dei grandi poli produttivi petrolchimici e termoelettrici, dagli anni ’50 del ‘900 in avanti.
I piccoli centri abitati rivieraschi lungo il fiume Po verranno analizzati nella loro consistenza urbana, individuando gli ambiti di declino e abbandono, sia residenziale, sia produttivo; particolare attenzione sarà rivolta alla conoscenza della consistenza e dello stato di conservazione dei patrimoni storico-architettonici, monumentali, minori e rurali; verranno mappati e indagati gli elementi di pregio del paesaggio rurale e le aree protette regionali e SIC/ZPS (Siti di Interesse Comunitario e Zone Protezione Speciale della Rete Natura 2000), assegnando particolare rilevanza ai perimetri delle aree MAB (Man and the Biosphere) UNESCO (MAB del Delta del Po e MAB Po Grande).
Per i Comuni compresi in questo spazio geografico interregionale saranno raccolti e sistematizzati:
- i valori statistici relativi alla popolazione (demografia e struttura);
- la consistenza economica e la diversificazione produttiva (n. di imprese; n. di addetti; settori: agricoltura e allevamento, industria, artigianato, poli commerciali, turismo, ecc.);
- la qualità e consistenza dei servizi pubblici (istruzione, sanità, trasporto locale, ecc.);
- la qualità e consistenza del settore turistico (arrivi, presenze, attività e strutture ricettive e di ristorazione, diversificazione dell’offerta: turismo naturalistico, turismi lenti, cicloturismo, ippovie, cammini, turismo fluviale, turismo balneare, ecc.);
- la qualità e consistenza della dimensione culturale, storica, antropologica, artistica (miti, leggende, signorie medioevali, rinascimentali e personalità storico-politiche di rilievo, scrittori, poeti, artisti, fotografi, registi, musicisti, ecc.);
- la qualità e consistenza delle produzioni enogastronomiche distintive (prodotti a marchio IGP, IGT, DOP, DOC e DOCG Presidi SlowFood).
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Il risultato di questa lettura, orizzontale nello spazio, verticale nelle vicende storico-culturali-socio-economiche e diagonale negli incroci multidisciplinari, permetterà di costruire e sviluppare – come esercitazione pratica – un GIS o SIT semplificato (da architetti e non da pianificatori), delle mappe interattive, dei supporti digitali audio e video e degli ipertesti dai quali trarre indicazioni progettuali orientate a proporre:
- politiche di riuso degli edifici e delle aree abbandonate (seguendo i dettami della R-Strategy) e con l’obiettivo di perseguire il consumo di suolo zero;
- la costituzione e l’incremento dei corridoi ecologici (siepi di pianura, aree umide da proteggere e da ripristinare parzialmente laddove bonificate in passato) anche come ampliamento, collegamento e irradiazione ecosistemica dei due grandi siti MAB Unesco;
- la valorizzazione dei paesaggi di pianura, fluviali, deltizi e di costa ancora integri, anche attraverso il ‘riannodo’ territoriale delle infrastrutture per la mobilità dolce e i turismi lenti;
- la mappa della dimensione storico-culturale, antropologica ed enogastronomica del Grande Delta del Po;
- la narrazione (scritta, audio, video) di un racconto territoriale inedito.
L’esercitazione, grazie al supporto di esperti in materia finanziaria e giuridica, prevederà anche: l’indicazione di massima di quali finanziamenti europei e nazionali attivare per reperire le risorse necessarie alla conversione ecologica dei territori; quali capitoli del bilancio dello Stato andare a riformare per reperire ulteriori risorse (per es., i sussidi statali alle fonti fossili, quasi 18,8 miliardi di Euro all’anno; quali Programmi UE attivare: Life, Horizon, Green Deal, Innovation Fund; finanziamenti PAC/UE: 386 miliardi per il periodo 2021-2027, ecc.), con il fine di proporre un ideale e desiderabile riequilibrio territoriale fra antropizzazione e dimensione naturale degli ecosistemi locali.
Lingua Insegnamento
ITALIANO
Altre informazioni
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t3czu2k
CODICE PER ACCEDERE AL MEET
https://meet.google.com/dqg-naxa-sae
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